Ciao a tutte mie care!
Oggi, anche se un po’ in ritardo, volevo condividere con voi un bell’evento di cui sono venuta a conoscenza venerdì mattina mentre in treno mi dirigevo verso Venezia con mio marito per una gita di un paio di giorni e, per passare il tempo, leggevo l’inserto Sette del Corriere della Sera.
Si tratta di “The Green Closet” un mini-salone dedicato all’artigianato made in UK durante la settimana della moda milanese (da venerdì 23 Febbraio ad oggi 25 Febbraio); un appuntamento imperdibile per gli appassionati di moda etica che quest’anno è alla sua terza edizione rinnovando il desiderio di portare ildesign inglese nel mercato italiano e internazionale. L’evento è stato organizzato da UK Trade & Investment (UKTI) e dal Consolato Generale Britannico di Milano in collaborazione con Pitti Immagine ed in partnership con Oxfam Italia.
The Green Closet 2013 ha accolto una decina di marchi britannici di moda e accessori eco-sostenibili individuati e selezionati dalla Responsabile Moda e Design di UKTI Italia Marina Iremonger, per offrire proposte che uniscano qualità e design alla sostenibilità e al rispetto per l’ambiente: Arianna Cerrito, Cowshed, Delada, Eribè, Gabriella Ingram, Hana Blossom, Junky Styling, Made, Selina Cheong, Timur Kim.
Gli stilisti che hanno partecipato sono stati selezionati sulla base della loro sensibilità alle tematiche ambientali/sociali e per la rispondenza delle loro collezioni a uno o più criteri di eco-sostenibilità come il recycling, l’upcycling, gli approvvigionamenti a chilometro zero, le produzioni eco-etiche a basso impatto sulle risorse e sull’ambiente, le fibre naturali e biodegradabili, il minimo spreco di materie prime, il fair-trade, l’aiuto alle comunità e ai paesi marginalizzati.
Una breve carrellata di cosa facciano i marchi che hanno partecipato a questo evento mi sembra doverosa…
Arianna Cerrito: abiti e accessori di argento riciclato e oro fair-trade;
Cowshed: cosmetici naturali profumati con una miscela di erbe e fiori raccolti a mano dal giardino vittoriano di Babington House
Delada: abiti made in UK supportando attivamente Fashion for Good e Give a LIFE, enti che assistono rispettivamente le donne nel Surrey ed i bambini indigenti in Russia;
Eribé: maglieria tipica per uomo e donna, realizzata nella regione degli Scottish Borders;
Gabriella Ingram: borsette di lusso, fatte a mano abbinando sete preziose e antichi merletti con lastre riciclate di bronzo, rame e argento nichelato e acrilico con pietra naturale;
Hana Blossom candele profumate realizzate completamente a mano da una cooperativa Tailandese equamente retribuita;
Junky Styling: uno dei brand londinesi più rappresentativi nell’upcycling che riutilizza tessuti sia in fase pre che post-consumer;
Made: bijoux africani realizzati nel rispetto dell’etica del lavoro e della cultura locale;
Celina Cheong: borse in pelle tracciabile, lavorata da concerie locali con metodi etici oppure proveniente da stock in eccedenza;
Timur Kim: uso sapiente di denim riciclato che gli è valso grande successo alla London Fashion Week di febbraio 2012.
Insomma…moda e sostenibilità che si incontrano e vanno a braccetto…un sogno che, di anno in anno, sembra si stia sempre più trasformando in realtà; l’auspicio ovviamente è che oltre al proliferare di articoli di alta moda si arrivi in tempi piuttosto brevi ad un proliferare di collezioni eco-sostenibili che siano accessibili anche per le persone normali come possiamo essere noi 🙂 Siete d’accordo anche voi?!
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