Mentre io mi crogiolavo nella mia beata ignoranza, il 1 Settembre 2014 è entrata in vigore una nuova normativa europea (“ ErP ”) che mira a definire condizioni e limiti per gli aspirapolvere, introducendo le classi energetiche (da A a G) e ad incoraggiare i consumatori a scegliere, con l’ausilio di una nuova etichetta energetica degli aspirapolvere , i modelli più efficienti nel rapporto consumi/prestazioni; a farmi recuperare il passo con l’attualità è giunto in mio soccorso l’invito a partecipare a un’interessante conferenza tenuta da Dyson di cui ho pensato di riassumervi i punti salienti.
Contesto da cui nasce ErP e l’esigenza della nuova etichetta energetica degli aspirapolvere
Nell’UE l’impatto ambientale degli aspirapolvere è notevole e può essere scomposto in due componenti fondamentali: il consumo di elettricità in fase d’uso (la stima nel 2005 era pari a 18 TWh/anno = 6,6 Mt di CO2 equivalente) e la produzione di apparecchi & materiali di consumo che fa salire l’impatto totale delle emissioni di gas serra a ben 9-10 Mt di CO2 equivalente!
L’erronea convinzione per cui “Maggiore è il wattaggio, migliore le performance del prodotto”, inculcata in noi consumatori fin dagli anni ’70, fa sì che ancora oggi siamo indotti a scegliere di acquistare aspirapolvere dall’elevato consumo di corrente e dalla scarsa efficienza con conseguente costante aumento del consumo di energia elettrica nel corso degli ultimi decenni.
Pensate che, ai ritmi attuali, in assenza di ulteriori interventi, il consumo previsto per il 2020 è destinato a salire fino a 34 TWh!
Cosa cambia con ErP e la nuova etichetta energetica degli aspirapolvere
La normativa ErP coinvolgerà tutti i nuovi aspirapolvere con filo, gli ibridi filo+batteria e gli aspirapolvere commerciali ma escluderà quelli a batteria e i robot così come lava pavimenti e apparecchiature per esterni; definirà sette classi di efficienza (dalla A alla G), prevedendo un limite massimo di potenza di 1600watt (che scenderà a 900watt nel 2017) e un’ etichetta energetica comprendente alcune informazioni standard sull’efficacia pulente, sull’aspirazione della polvere e sulle emissioni sonore.
Si fa quindi largo il concetto che il solo valore di potenza assorbita non è garanzia sulla prestazione di pulizia ma che la qualità di un buon aspirapolvere ha molto più a che fare con il design, le componenti meccaniche e la potenza aspiratrice che con un wattaggio più alto, sinonimo solo di un maggiore consumo energetico.
Sono tutte rose e fiori?! No: sia Altroconsumo che Dyson evidenziano alcuni non indifferenti limiti
Da curiosa quale sono, prima della conferenza Dyson, sono andata a documentarmi un po’ sul web soffermandomi in particolare su questo articolo di Altroconsumo che, pur apprezzando l’impatto della normativa dal punto di vista ambientale mette un po’ la pulce nell’orecchio insinuando:
Ma per il consumatore è davvero una modifica utile? Nello scegliere un prodotto, quanto può fidarsi un acquirente dell’etichetta? I test per l’efficienza energetica sono effettuati tutti nelle stesse circostanze? Sono quindi affidabili e realistici?
La risposta è secondo me almeno in parte contenuta nel riepilogo dei limiti della normativa evidenziati da Dyson durante la conferenza.
È sicuramente vero che la normativa ErP unitamente alla nuova etichetta energetica degli aspirapolvere apporterà miglioramenti all’impatto ambientale in termini di consumo di energia elettrica in fase d’uso ma è altrettanto vero che è auspicabile fare qualcosa di più sia per aiutare il consumatore nel compiere scelte consapevoli che nell’intervenire sull’impatto ambientale globale degli aspirapolvere.
Le condizioni dei test di efficienza energetica ad esempio non riflettono le reali condizioni di utilizzo in quanto consentono di testare gli aspirapolvere senza carico di polvere con conseguente rischio concreto che, una volta usati a casa dei consumatori, i prodotti non mantengano le prestazioni ottenute in laboratorio e promesse in etichetta.
L’ etichetta energetica così come attualmente proposta inoltre non considera né l’impatto ambientale dei materiali di consumo (filtri e sacchetti) né quello dell’obsolescenza rapida dei prodotti.
Se consideriamo il fatto che, solo in Europa, gli aspirapolvere con sacco producono ogni anno 126 milioni di sacchetti da smaltire e che questi sacchetti, non essendo riciclabili, finiscono in discarica o vengono inceneriti non si tratta assolutamente di un dettaglio; e un discorso analogo vale anche per i filtri.
Per non parlare del fatto che l’attuale etichetta energetica non distingue tra prodotti progettati per l’obsolescenza e prodotti progettati per durare (per accorgersene basta confrontare la durata della garanzia fornita dal produttore) sebbene l’impatto ambientale delle due diverse strategie di produzione sia indubbiamente molto diverso!
Stanti così le cose prodotti che garantiscono una costanza di efficienza nel tempo, non fanno uso di consumabili e forniscono al consumatore una garanzia di durata importante (ad es. 5 anni, come gli aspirapolvere Dyson) possono ottenere lo stesso punteggio di efficienza energetica di altri prodotti non altrettanto performanti…da consumatrice non trovo molto corretto non trovare tutte le informazioni che mi servirebbero per una corretta scelta sull’etichetta energetica, e voi cosa ne pensate?!
PS in questi giorni io e la mia famiglia abbiamo avuto l’onore di iniziare a provare un Dyson DC52 Animal Turbine…uno spettacolo! (ma ve ne parlerò meglio in un altro post). Nel frattempo volevo segnalarvi un’ottima opportunità: i primi due lettori/lettrici che scriveranno a goingnatural@virgilio.it potranno beneficiare di un coupon che consentirà loro di usufruire del 50% di sconto per l’acquisto di uno dei seguenti modelli di Dyson:
- DC52 Animal Turbine (prezzo al pubblico € 649)
- DC52 Allergy Care (prezzo al pubblico € 599)
- DC52 Multifloor (prezzo al pubblico € 549)
- DC63 Allergy (prezzo al pubblico € 549)
- DC42 Allergy (prezzo al pubblico € 609)
Cosa aspettate?! 😀
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