In ogni casa in cui c’è una lavastoviglie c’è anche lui , il brillantante , amato e odiato aiutante del quotidiano.
Amato perchè ci aiuta ad ottenere stoviglie lucide senza fatica e odiato perchè le insinuazioni sulla scarsa sicurezza per la nostra salute dell’uso del brillantante lavastoviglie sono spesso all’ordine del giorno. Bufale o verità? Cercherò di metterlo in chiaro con questo articolo.
Cos’è il brillantante lavastoviglie e che funzione ha
Già il nome stesso brillantante costituisce un programma: la sua funzione è assicurare stoviglie lucenti e brillanti alla fine del lavaggio in lavastoviglie.
La programmazione della lavastoviglie fa sì che entri in gioco nell’ultima fase del programma di lavaggio quando è previsto un “risciacquo” ad alta temperatura che ha la funzione di far evaporare l’acqua residua dalla superficie delle stoviglie e quindi lasciarla relativamente asciutta…qualcosa di simile a quando, nel lavaggio a mano, passiamo un panno asciutto sulle stoviglie pulite.
Il brillantante ha una funzione di supporto all’addolcitore interno alla lavastoviglie nell’evitare che, asciugandosi, l’acqua lasci patine opache o tracce di calcare: gli ingredienti che contiene favoriscono la formazione di uno strato uniforme di acqua sulla superficie di piatti e bicchieri, in poche parole evitano la formazione delle “goccioline” sulle stoviglie, e – grazie all’acidità – dissolvono le ultime tracce di calcare presenti nell’acqua.
Scopriamo la composizione del brillantante lavatrice in commercio
Altroconsumo ha esaminato le liste complete degli ingredienti di 10 marche di brillantanti in vendita nei supermercati e nelle catene di negozi di saponi e detersivi scoprendo quella che è la formulazione più comune:
- Oltre 90% : acqua e alcool (quest’ultimo ha la funzione di facilitare l’evaporazione dell’acqua).
- 5-15% Tensiottivi : hanno la funzione di abbassare la tensione superficiale dell’acqua e facilitarne l’evaporazione.
- 1-5% Acido Citrico : ha funzione disincrostante.
- 1% Conservanti.
- 1% Coloranti
Molti dei prodotti esaminati da Altroconsumo non riportano sulla confezione alcun simbolo di pericolo. Ciò significa che al loro interno la concentrazione di tensioattivi e alcool è inferiore al 10%, soglia individuata dalla legge per l’obbiglatorietà della dicitura “Irritante”.
Ma il brillantante è davvero indispensabile come vogliono farci credere?
Quella del brillantante è una vera esigenza o l’ennesima trovata di marketing?
Proviamo a fare chiarezza facendo alcune considerazioni su:
- addolcitore della lavastoviglie e suo principio di funzionamento.
- tipologia di detersivo lavastoviglie utilizzato.
- durezza dell’acqua della zona in cui si vive.
Per evitare il brillantante…lunga vita all’addolcitore
Ogni lavastoviglie contiene al suo interno un addolcitore ovvero un dispositivo che assorbe il calcare presente nell’acqua di lavaggio per evitare che questo vada a finire su piatti e bicchieri. L’addolcitore sfrutta speciali resine a scambio ionico, capaci di trattenere il calcio e il magnesio contenuti nell’acqua, rilasciando sodio; in poche parole elimina i diretti responsabili del calcare, sostituendoli con un sale completamente solubile in acqua che non tende a formare incrostazioni.
Nel tempo, tuttavia, la resina dell’addolcitore tende ad esaurirsi ovvero arriva un momento in cui rimane sprovvista di ioni di sodio per lo scambio; fortunatamente questi ioni possono essere ripristinati con il processo di “rigenerazione” : reintegrando il serbatoio del sale dell’addolcitore, il sale sciolto in acqua forma una soluzione che attraversa la resina cedendole i suoi ioni di sodio e trattenendo quelli di calcio e magnesio.
I primi passi per evitare il brillantante sono quindi:
- reintegrare il sale: serve a ripulire la resina dell’addolcitore dal calcare accumulato e a rifornirla di sodio per mantenerla attiva alla massima efficienza; si evita così la formazione di incrostazioni calcaree che possono impedire il corretto scambio termico delle componenti della lavastoviglie, intasare i tubi di scarico ed anche depositarsi sui piatti formando quella patina che tanto ci fa desiderare il brillantante.
- utilizzare di preferenza il sale per lavastoviglie detto anche sale addolcitore o sale rigenerante. Perchè dico questo? Perchè è un sale iperpuro che, soprattutto in zone di acqua dura, garantisce una maggior vita all’elettrodomestico. Il più economico sale marino da cucina potrebbe contenere piccole impurezze (micro residui di conchiglie, sabbia, terra) che alla lunga possono portare il filtro a intasarsi e non svolgere più la sua funzione.
Sale reintegrato e di buona qualità = aumento delle prestazioni del detersivo con conseguenti piatti brillanti e impeccabilmente puliti.
Alcuni apparecchi sono dotati di galleggiante o spia che indicano che è necessario riempire il contenitore del sale altri invece (il mio ad esempio) no e in questi casi il consiglio generico è di reintegrarlo una volta al mese arrivando a riempire il serbatoio
E se le pastiglie che si usano sono “tutto in uno” e quindi comprendono anche la funzione del sale? La cosa giusta da fare dipende dalla durezza dell’acqua della vosta zona: se non è eccessivamente dura la pastiglia da sola dovrebbe bastare e la lavastoviglie funziona anche se la spia del sale rimane accesa, se invece la durezza è elevata è meglio comunque aggiungere anche il sale.
Per evitare il brillantante…scegliere con oculatezza il detersivo
Alcuni detersivi per lavastoviglie moderni – definiti multifunzione o tutto in uno – contengono ingredienti che, in condizioni normali di durezza dell’acqua, sono in grado di mantenere disciolto il calcare rendendo quindi inutile sia l’uso del sale per rigenerare le resine e che il brillantante.
Scegliere questi detersivi dà quindi importanti possibilità di risparmio tuttavia se la durezza dell’acqua della zona in cui si vive è elevata è molto probabile che il solo detersivo lavastoviglie non sia sufficiente a soddisfare un’adeguata brillantezza di piatti e bicchieri e che sia quindi necessario ricorrere anche al brillantante. Solo provando qualche lavaggio senza brillantante ci si può rendere conto dell’effettiva esigenza di aggiungerlo.
Difficile evitare il brillantante quando la durezza dell’acqua è elevata
Tuttavia, in condizioni di durezza elevata dell’acqua o se usate un detersivo tradizionale, l’uso di questi due prodotti è necessario. In ogni caso non è dannoso anche se li usate assieme alle tavolette multifunzione. Per decidere sulla necessità di utilizzare anche sale e brillantante, verificate quanto riportato sull’etichetta del detersivo.
Sostituti naturali del brillantante lavastoviglie
Come abbiamo detto all’inizio il brillantante svolge la funzione di rendere più brillanti le stoviglie che tendono ad opacizzarsi con l’asciugatura ma per farlo si attacca agli oggetti e resiste al risciacquo col risultato che, seppur in quantità minime, ad ogni pasto ne ingeriamo una piccola quantità insieme al cibo.
E’ vero che è la dose che fa il veleno e che non dobbiamo farci prendere la mano dagli allarmismi ma in questi casi in cui è davvero difficile capire se ci sia davvero qualcosa da cui difendersi o no io personalmente sono per la precauzione e se posso percorrere alternative naturali lo faccio. Ecco quindi la mia carrellata di sostituti naturali del brillantante lavastoviglie.
Brillantante naturale fai da te
La ricetta più semplice ed efficace per ottenere un brillantante naturale fai da te è quella a base di acido citrico.
Farlo è semplicissimo: basta preparare una soluzione di acqua e acido citrico al 20% ovvero, per fare la scorta di 1 litro, versare 200 grammi di acido citrico anidro in un contenitore graduato, aggiungere acqua fino alla tacca da 1l e mescolare.
Utilizzare il nostro brillantante fai da te è ancora più semplice: basta riempire la vaschetta del brillantante con il nostro preparato e girare la manopola del dosaggio al massimo.
Se non sapete dove reperire l’acido citrico vi consiglio di fare un salto in questo articolo dove ho inserito un sacco di suggerimenti per gli acquisti.
Online troverete molti articoli che vi consigliano di sostituire il brillantante con l’aceto ma non qui, e per diversi validi motivi:
- l’aceto è un acido e sul lungo andare non si possono escludere danni alla lavastoviglie come corrosione di tubi e guarnizioni.
- La sua azione non è equiparabile a quella del brillantante.
- Non ha un buon impatto ambientale: come vi spiego nell’articolo sull’acido citrico linkato poco fa è ad esempio 53 volte più inquinante dell’acido citrico.
Brillantante natuale commerciale
Se non vi piace optare per il fai da te sarete sicuramente felici di sapere che esistono varie marche che propongono brillantanti naturali già pronti e che la spesa per acquistarli è tutt’altro che inarrivabile. Su Macrolibrarsi è possibile trovarne una bella gamma che vi riepilogo in estrema sintesi qui:
E voi usate il brillantante lavastoviglie ? Che scelte fate al riguardo?
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Fonti
- Altroconsumo – articolo su brillantante
- Altroconsumo – test sui brillantanti in commercio
- Altroconsumo – articolo su sale
- Finish – funzionamento dell’addolcitore
- Mammachimica
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