Non so per voi ma per me il caffè è un rito, un modo per iniziare la giornata con una sferzata di energia mentre – ancora in pigiama – cerco di allontanare i tentacoli del sonno che ancora mi avvolgono.
Potete quindi immaginare la mia frustrazione quando una di queste mattine, arrivata di fronte alla nostra macchina del caffè, ho scoperto che – per un motivo tuttora ignoto – ha ben pensato di mettersi spontaneamente in vacanza 🙁
Riesumata la buona vecchia moka, nell’attesa che l’assistenza ci faccia avere il verdetto sul suo destino, inizio ad interrogarmi su quale potrebbe essere la sua potenziale sostituta… La nostra macchina attuale mi piace molto: è alimentata direttamente a chicci di caffè ed ogni volta che viene erogata una tazzina macina la quantità di chicci necessaria a produrla; il caffè è buono e l’uso diretto dei grani di caffè è decisamente sostenibile dal momento che non immettiamo nell’ambiente alcun rifiuto se non la confezione del caffè stesso ed i fondi di caffè.
Al momento della sua scelta avevamo infatti scartato senza remore l’opzione di una macchina che funzionasse a capsule, sia per il loro costo unitario piuttosto elevato che per il loro consistente impatto ambientale : dal momento che la capsula caffè non è considerata ancora imballaggio, non è da conferire nella raccolta differenziata bensì va gettata tra i rifiuti indifferenziati che hanno come destinazione discariche e inceneritori; parliamo – a livello nazionale – di enormi quantità di plastica e di alluminio da smaltire!
Da allora ad oggi fortunatamente qualcosa si è mosso: da alcuni anni esiste ad esempio un progetto di recupero e riciclo della capsula caffè in alluminio ; le capsule utilizzate possono essere portate in appositi centri di raccolta e vengono successivamente sottoposte ad un processo che separa l’alluminio dai residui di caffè: l’alluminio viene quindi riciclato al 100% ed i fondi di caffè trasformati in compost biologico.
La svolta nella risoluzione del grande impatto ambientale della capsula caffè è però recentissima, risale infatti ad aprile di quest’anno, periodo in cui Vergnano ha introdotto sul mercato una capsula compostabile certificata OK Compost dall’ente Vinçotte che deve essere gettata, senza separarla dal caffè, nella raccolta differenziata dell’organico; le nuove capsule compostabili – simpaticamente denominate Cindy – sostituiranno progressivamente quelle non compostabili attualmente in vendita e sono inoltre caratterizzate da un packaging rinnovato in ottica ecologica, caratterizzato dal fatto che ogni suo componente è smaltibile nella raccolta differenziata: la scatola nella carta, l’incarto nella plastica e la capsula nell’organico.
Avevo già notato questa bella innovazione green al Mammacheblog (Caffè Vergnano era uno degli sponsor per cui il caffè offerto era proprio loro) e mi è saltata di nuovo all’occhio in questi giorni grazie al simpatico e ironico video che sta girando in rete con l’hashtag #KillCindy e che ha come protagonista proprio lei, la capsula compostabile ; tutto il video ruota intorno al tentativo di “eliminarla” arrivando a scoprire che il modo migliore per “farla fuori” è gettarla con gli scarti di cibo 🙂 L’avete già visto?!
Photocredit: Morguefile immagine 1, immagine 2
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