Di Biodizionario si parla da anni ed anni, tra gli appassionati di cosmesi.
Eppure dalle domande che mi capita di leggere sotto alcuni post in cui pubblico qualche INCI con la logica del semaforo capisco che molte delle persone che passano di qui non sanno assolutamente cosa sia il Biodizionario .
E va bene così perchè il blog nasce proprio per informare e aiutare chi vuole interessarsi al naturale/biologico però questo mi fa capire che un post informativo sul Biodizionario è più che doveroso.
Storia del Biodizionario
Dal 1997 è entrato in vigore l’obbligo di indicare sull’etichetta dei cosmetici la lista degli ingredienti contenuti; questi ingredienti vengono riportati in ordine decrescente, da quello presente in quantità maggiore a quello in quantità minore, fino alla soglia dell’1% al di sotto della quale possono essere indicati in modo casuale.
La denominazione degli ingredienti segue una specifica nomenclatura (INCI, International Nomenclature Cosmetic Ingredients) che prevede che
- gli ingredienti di origine vegetale vengano indicati con il nome botanico delle pianta da cui derivano e quindi siano scritti in latino.
- gli ingredienti che hanno subito un qualsiasi intervento chimico siano indicati in inglese.
- le sostanze coloranti siano indicate con il numero C.I. (Colour Index).
Io non ricordo quel momento ma posso solo immaginare quanto questo possa avere spaesato le persone che tentavano di leggere l’etichetta dei prodotti: era un periodo in cui ancora in pochi avevano una connessione veloce, di ecocosmesi forse non parlava nessuno e non c’era alcun riferimento per decifrare i sibillini elenchi ingredienti a meno di essere per propri studi personali dei chimici o essere disposti a sfogliare pagine in inglese poco comprensibili ai profani.
Biodizionario nasce, all’interno di questo panorama, nel 2000: un faro nel buio per aiutare i comuni consumatori ad orientarsi nel mondo degli ingredienti cosmetici e per fornire indicazioni su quali ingredienti fossero etici, biologicamente sicuri, naturali e ecosostenibili.
Curato dal chimico industriale Fabrizio Zago, Biodizionario ha fin da subito raccolto quasi tutti gli ingredienti utilizzati nei cosmetici (4.947 sostanze catalogate su 6.205 totali) ed è stato affiancato da un forum, Promiseland, nel quale chiunque può aprire discussioni o contribuire a discussioni esistenti sui vari ingredienti o sull’INCI di un qualsiasi prodotto.
La collaborazione tra Fabrizio Zago, biodizionario.it e Promiseland, è durata per ben 18 anni ovvero fino ad agosto 2017 quando – per motivi di divergenza di intenti – Zago ha scelto di abbandonare il progetto originale e di aprirne uno tutto suo : Ecobiocontrol.
Il biodizionario così come lo abbiamo conosciuto tutti per anni non è sparito ma continua a vivere, sebbene non più aggiornato da Fabrizio Zago : ora Biodizionario è gestito da un team di esperti capitanato dalla Dott.ssa Erica Congiu.
Biodizionario : un rapporto di amore – odio
Sin dalla sua nascita Biodizionario ha collezionato sia molti fans che molti detrattori.
I detrattori lo hanno visto (e magari tuttora lo vedono) come uno strumento superficiale che banalizza un argomento ampio e complesso: dicono (anche giustamente eh) che un prodotto cosmetico non può essere ridotto a un mero elenco di ingredienti e semafori ma a mio parere non capiscono (o non vogliono capire) che l’intento del Biodizionario non è quello di fornire una verità univoca su un cosmetico basandola solo sui suoi ingredienti bensì quella di dare una prima indicazione che aiuti il consumatore ad orientarsi tra termini indecifrabili e possibilmente lo stimoli ad approfondire l’argomento per fare una scelta consapevole.
Sempre i detrattori contestano al Biodizionario la poca chiarezza sulle modalità di attribuzione dei pallini: i criteri di valutazione riguardano anche la biodegradabilità e la dermocompatibilità, quindi di fronte a uno io più semafori rossi non è immediato capire se questi siano dovuti a potenziali reazioni cutanee avverse o al possibile inquinamento di mare e/o terra.
La mia opinione: beh penso che se a una persona non è chiaro il significato di una classificazione, se davvero tiene a saperne il motivo, può anche fare lo sforzo di approfondire il discorso a parte (ad es. all’interno del forum associato al biodizionario) quindi onestamente non trovo che questo in sè fosse un difetto; se proprio un difetto a Biodizionario devo trovare è il fatto che inizialmente fosse disponibile solo la ricerca per singola sostanza e non per INCI intero. Questo ad esempio mi ha spinto per anni ad usare strumenti alternativi (comunque basati sulla base dati del Biodizionario originale) come lo storico INCI-Analizer o il più recente In-gredients che mi permettevano in un colpo solo di avere una valutazione di massima sul cosmetico che avevo davanti.
E questa lacuna ha a mio parere spianato la strada alla nascita ed all’estendersi dell’uso di App capaci di rendere semplice e mobile l’interpretazione dell’INCI: penso a Biotiful e a E’ Verde ora ridenominata Greenity che forse sono le più note ma ne esistono sicuramente altre.
Polemiche e limiti a parte, a mio modesto parere a Biodizionario va riconosciuto il merito di essere stato il primo strumento a supportare il consumatore ad orientarsi nel mondo cosmetico e di essere tutt’ora un punto di riferimento per chi voglia capire meglio la composizione di un prodotto.
Non ultimo, anche il fatto di essere da sempre affiancato da un forum libero e gratuito dove è possibile consultare le tantissime domande e risposte già presenti e soprattutto è possibile porne di nuove e ottenere risposte sia dai tanti visitatori che dal team di esperti del BioDizionario.
Nuovo Biodizionario o meglio nuovi Biodizionari : cosa è cambiato dalla seconda metà del 2017
Che sia o no una coincidenza, subito dopo l’interruzione della collaborazione tra Fabrizio Zago, biodizionario.it e Promiseland il Biodizionario ha visto una serie di importanti modifiche.
A Novembre 2017 biodizionario.it ha annunciato il suo nuovo Biodizionario ovvero una rivisitazione del Biodizionario che già conoscevamo con alcune novità:
- Nuovo Biodizionario cosmetico e alimentare: agli ingredienti cosmetici sono stati aggiunti gli additivi che si possono trovare nelle etichette dei prodotti alimentari.
- Biodizionario 100% cruelty free.
- Possibilità di effettuare la ricerca per singola sostanza o per INCI completo.
- Aggiunta, per ogni sostanza, la descrizione ovvero la spiegazione del perchè la sostanza è classificata in un certo modo (questo in realtà è un work in progress).
- Grafica più semplice e pulita, ottimizzata per gli smartphone.
Parallellamente, o meglio a Settembre 2017, è nato anche il nuovo progetto indipendente di Fabrizio Zago: Ecobiocontrol ovvero un nuovo biodizionario con tante interessanti novità:
- ben 17.000 sostanze catalogate, rispetto alle precedenti 5.000.
- inserimento di 500 disturbatori endocrini e di centinaia di sostanze odorose allergizzanti.
- possibilità di effettuare la ricerca sia per singola sostanza che per INCI completo dei prodotti cosmetici e detergenti.
- possibilità di ricevere, in caso di ricerca per singola sostanza, informazioni aggiuntive, che permettono di capire le motivazioni della valutazione espressa.
A parte la direzione diversa presa dai due database nell’estensione del numero di sostanze classificate, è evidente in entrambi i casi lo sforzo di andare a risolvere le critiche dei detrattori (ad es. la non chiarezza dei motivi che hanno portato ad una certa classificazione) e a migliorare l’usabilità da parte degli utenti dando la possibilità di effettuare ricerche non solo per singola sostanza ma anche per INCI completo.
Sempre in ottica di migliorare l’usabilità e seguire le esigenze del moderno consumatore di oggi entrambe le basi dati hanno messo a disposizione una App proprietaria: qui trovi quella di Biodizionario.it e qui quella di Ecobiocontrol (rilasciata ad agosto 2018 e non ancora “pubblicizzata”).
Il significato della classificazione “a semaforo” del Biodizionario : come interpretarlo bene
Nel Biodizionario il giudizio sul grado di “pericolosità” di ciascuna sostanza è espresso attraverso dei semafori:
- Due semafori verdi = “tutto bene”, sostanza sicura.
- Un semaforo verde = “accettabile”.
- Un semaforo giallo = “potrebbero esserci limitazioni o dubbi ma si può chiudere un occhio soprattutto se il componente è alla fine degli ingredienti”.
- Un semaforo rosso = “qualche problema, se ne sconsiglia l’uso a meno che sia il solo componente in rosso o che sia presente in misura minore (cioè elencato alla fine della lista INCI)”.
- Due semafori rossi il componente è “inaccettabile” ovvero dannoso per l’uomo o per l’ambiente.
La rappresentazione a semaforo è l’esemplificazione del punto di vista documentato (basato su studi e ricerche) sulla sicurezza di un ingrediente e proprio per questo è in continuo aggiornamento:
- / : il pallino rosso o il doppio pallino rosso possono essere assegnati nel caso in cui la sostanza derivi dall’uccisione di un animale (*), sia un vegetale in via di estinzione, sia ittiotossica (ovvero tossica per la fauna acquatica), sia poco o per niente biodegradabile, abbia un potenziale irritante o allergizzante documentato.
- : il pallino giallo viene assegnato come campanello d’allarme. Viene spesso assegnato ai conservanti che non hanno pallino rosso in quanto sono sostanze tendenzialmente aggressive per la loro stessa funzione ovvero quella di uccidere i batteri oppure a sostanze che potrebbero dare problemi se uniti ad altre sostanze
- / : il pallino verde viene assegnato dalle sostanze utilizzabili in tranquillità. Resta inteso che se siamo allergici ad una sostanza a pallino verde (come la malva o la camomilla) per noi come individui quella sostanza non può essere usata in tranquillità.
(*) Nel Biodizionario originario la scelta era quella di indicare come rosse soltanto le sostanze derivate dall’uccisione di un animale (come il midollo di bue) e di indicare invece come verdi le sostanze di derivazione animale ottenute senza sofferenza (come latte o miele). Con la seperazione di Fabrizio Zago da Biodizionario, avvenuta nel 2017, e il successivo aggiornamento di Biodizionario.it/nascita di Ecobiocontrol la cosa è però cambiata:
- Ecobiocontrol continua ad utilizzare la logica che vi ho appena descritto.
- Biodizionario.it classifica con doppio pallino rosso tutte le sostanze di derivazione animale in quanto ritiene il loro utilizzo eticamente non accettabile.
Ecco quindi che se cerchiamo le sostanze miele (mel) o latte (lac) in Biodizionario.it vediamo loro assegnato mentre se le ricerchiamo in Ecobiocontrol vediamo loro assegnato o .
Se già prima era così oggi quindi è ancor più vero che la classificazione a semaforo delle varie sostanze è, seppur fondata su studi e ricerche, l’espressione di un punto di vista: nel caso di Biodizionario quello di un comitato tecnico di stampo vegan capitanato dalla dott.ssa Erica Congiu mentre nel caso di Ecobiocontrol di un comitato tecnico capitanato da Fabrizio Zago.
Resta inteso che qualunque sia la scelta della base dati che si fa tutto è relativo e, citando Paracelso “è la dose che fa il veleno”.
Cosa significa? Che non bisogna fermarsi alla presenza di uno o due pallini rossi ma bisogna anche valutare in che posizione questi si trovano: se compaiono alla fine della lista significa che sono presenti in quantità minore, mentre se si trovano all’inizio significa che sono presenti in una quantità maggiore. E’ inoltre importante capire il perchè del pallino rosso: il fatto che dipenda dal potenziale allergizzante, dal suo impatto ambientale o dalla sua derivazione animale è un’informazione fondamentale per la propria scelta individuale sul se considerarlo accettabile o meno.
Un cosmetico va inoltre valutato in base ad una serie di fattori che vanno al di là dei singoli ingredienti, come la sua formulazione nel complesso e la presenza o meno di sostanze a cui si è allergici.
A quale Biodizionario affidarsi ?
Come avrete capito se siete arrivati a leggere fin qua, esiste più di un Biodizionario ed anche più di un app che rende l’interpretazione dell’INCI dei cosmetici fattibile ovunque ci troviamo…quale è meglio scegliere quindi?
Un po’ come nel caso dell’interpretazione dell’INCI la prima risposta che mi viene da dare è “Dipende!” ma vediamo di analizzare un po’ meglio assieme la questione.
Biodizionario.it è la scelta giusta per voi se siete vegani (perché, come spiegato poco fa, assegna doppio pallino rosso a tutte le sostanze di derivazione animale) oppure se desiderate ricercare in unico luogo informazioni relative alla cosmetica e al campo alimentare (Biodizionario.it fornisce anche informazioni relative agli additivi alimentari).
Ecobiocontrol è la scelta giusta per voi se desiderate scoprire in modo approfondito cosa c’è dietro i cosmetici che usate tutti i giorni: la base dati di Ecobiocontrol è molto più vasta (più di 17.000 sostanze e sono inclusi anche disturbatori endocrini e sostanze odorose allergizzanti), le informazioni sulla singola sostanza sono più dettagliate ed anche la spiegazione del motivo per cui è classificata in un certo modo piuttosto che in un altro lo è.
Tanto per farvi capire la differenza di grado di dettaglio vi lascio alcune schermate di esempio:
Anche se usate cosmetici di ultima generazione e volete saperne di più Ecobiocontrol è la scelta giusta: facendo la ricerca per alcuni nomi di peptidi (ad es. Acetyl Hexapeptide-8, Dipeptide-2, Palmitoyl Hexapeptide-19) è evidente che lui li ha mappati mentre Biodizionario.it no.
Per questi motivi, perché è l’unico database a dichiarare in modo limpido e trasparente le fonti su cui ha basato la sua classificazione e per l’affezione a Fabrizio Zago che mi sembra sia stato trattato non equamente dai suoi ex-colleghi io personalmente utilizzo Ecobiocontrol e dò a voi lo stesso consiglio (a meno che non siate vegan e poniate la scelta etica prima di tutto).
Per quanto riguarda le tante App gratuite in circolazione il consiglio spassionato che mi sento di dare al riguardo è quello di appoggiarsi, a seconda della scelta di fondo che si è fatta, o alla App Biodizionario.it (link) o alla App EcoBioControl (link).
Il motivo è presto detto: sono le uniche ad avere alle spalle un comitato tecnico che valuta e rivaluta frequentemente le sostanze e quindi sono le uniche a mio parere in grado di garantire un aggiornamento delle valutazioni in linea con le ultime ricerche/ritrovati scientifici.
Tutte le altre app gratuite in circolazione possono avere indubbiamente tante funzioni in più come quella di database e scansione barcode ma non mi sembra che dichiarino in modo trasparente la fonte della classificazione che usano né la sua frequenza di aggiornamento; mi viene da dire che possano essere basate sulla classificazione del vecchio Biodizionario quindi al momento superate.
Dopo questa filippica sul Biodizionario e sul come ho scelto quale utilizzare per i miei approfondimenti sarei davvero curiosa di sapere cosa ne pensate e quale è la vostra scelta.
I tuoi commenti sono benvenuti!