Lupilu è un brand di abbigliamento per bambini venduto presso i discount Lidl.
Si tratta di una categoria di prodotti che non è sempre presente sugli scaffali ma che è soggetta a promozioni stagionali: esce l’offerta con capi di abbigliamento bambini a prezzi decisamente concorrenziali, i prodotti vanno a ruba e poi spariscono per ricomparire nella successiva ondata di offerta.
Lupilu abbigliamento bambini : le caratteristiche del brand
Frequentando episodicamente un punto vendita Lidl della mia zona mi è capitato in diverse occasioni di acquistare capi di abbigliamento a marchio Lupilu; in particolare sono stata acquirente ripetuta di calze/calzini e pigiami.
I capi di abbigliamento bambini Lupilu incontrano almeno in un paio di punti i criteri che utilizzo per la scelta dei capi di abbigliamento di Chiara:
- Sono nella maggior parte dei casi in cotone 100% (di qualità per lo meno media);
- Sono certificati Fiducia nel Tessile (testati dall’organismo di ispezione Bureau Veritas)
Inoltre presentano alcuni dettagli che a me sono particolarmente graditi: i calzini hanno sulla pianta del piede un indicazione del numero di scarpa corrispondente (non so se sia la stessa cosa per voi ma per me è una caratteristica che fa davvero comodo), i pigiamini (soprattutto quelli estivi) hanno fantasie che si adattano senza grossi problemi ad essere indossati anche al di fuori del contesto nanna, i prodotti proposti, sebbene non disponibili in ampia varietà di modelli, sono vivaci e colorati.
Insomma…diciamocela tutta…il rapporto qualità dei tessuti/prezzo è decisamente invitante e – se si tengono sott’occhio tutte le offerte che periodicamente vengono proposte – è possibile riuscire a vestire i propri bambini Lupilu tutto l’anno.
Lupilu Pure Collection abbigliamento bambini in cotone biologico – 0-24 mesi
È fresco fresco il lancio della linea di abbigliamento per bambini in cotone biologico Lupilu Pure Collection.
Uscita nei negozi lo scorso Settembre e rimasta sugli scaffali fino ad esaurimento scorte, Lupilu Pure Collection è una gamma di prodotti rivolta alla fascia di età 0-24 mesi (e quindi ad un pubblico più ristretto della sopracitata Lupilu) e comprende capi di abbigliamento bambini come body, pantaloni, maglie, cardigan, pigiami, calzini e collant a prezzi oscillanti tra 2,99 e 9,99€.
Proprio così! Quando ho visto il volantino (di cui vi allego immagini della versione inglese perchè sul sito italiano non sono già più disponibili) non credevo ai miei occhi e così, anche se per Chiara non potevo acquistare nulla avendo lei già superato i 24 mesi, sono andata a vedere i prodotti in negozio.
Che dire….cotone di buona qualità, graziose confezioni in cartone che rendevano i capi di abbigliamento adatti anche per fare dei regali nascita/battesimo, prezzi beh come sono i prezzi lo vedete anche voi…un rapporto qualità/prezzo difficilmente battibile direi, soprattutto se si pensa che stiamo parlando di cotone biologico.
La gamma di abbigliamento Lupilu Pure Collection era poi completata da altri utili prodotti tessili in cotone biologico come il telo accappatoio (6,99€) utilissimo quando si hanno neonati e il completo copri-piumino per lettino (12,99€) e infine da delle scarpine da culla dichiarate come chromium-free (7,99€).
Che dire…wow! Mai visto dell’abbigliamento biologico così economicamente accessibile al vasto pubblico. E per quanto mi riguarda non ho resistito ed ho acquistato l’unico prodotto che per me poteva aver senso infilare nel carrello ovvero un set di lenzuola per il lettino di Chiara.
Capi di abbigliamento economici Lidl : i retroscena del prezzo basso ad ogni costo
Ero pronta a scrivere in modo entusiastico di Lupilu Pure Collection qui sul blog perché colpita dalla qualità che mi è sembrato avessero davvero questi prodotti e dal prezzo basso che più basso non si può: volevo condividere con voi questa opportunità di comprare abbigliamento biologico a modico prezzo per i vostri bambini; ed ero allo stesso modo contenta di parlarvi anche di Lupilu, il brand non biologico ma per lo meno certificato fiducia nel tessile che è sugli scaffali del Lidl da ben più tempo ed ho avuto svariate volte la possibilità di apprezzare.
Un tarlo però mi ha roso per giorni: quanto abbigliamento biologico ho comprato per Chiara da quando è nata? E quando mai ho visto prezzi così bassi? Sono stata forse “fregata” ogni volta?
Certo Lidl ha un enorme potere di acquisto, nessun produttore di biologico (e forse neanche di non biologico) ne può vantare altrettanto ma il trucco è tutto qua?
A leggere un articolo pubblicato a marzo 2016 su terrelibere.org che dettaglia i concetti esposti in un approfondimento uscito sul Guardian dopo che Lidl ha messo sul mercato jeans a 5.99£ pare evidente che non sia così : a fare le spese di un mercato in cui la guerra sfrenata dei prezzi è all’ordine del giorno perché i clienti chiedono vestiti più economici possibile sono in questo caso le donne operaie del Bangladesh che vengono pagate una miseria.
La maggior parte di loro riceve il salario minimo di 5.300 taka al mese (circa £ 48), 23p/ora per otto ore, per sei giorni alla settimana… un quinto delle 230 £ al mese stimate dal Asia Floor Wage Alliance come il minimo necessario per un salario di sussistenza nel 2013!
Ed io mi sento ingenua perché nel vedere il buono che c’era nell’iniziativa di proporre capi di abbigliamento biologici a basso prezzo rendendoli noti ed accessibili a tutti non ho pensato al retro della medaglia ed al costo che qualcun altro stava pagando al posto mio.
E da oggi, nel mio piccolo, mi riprometto di farmi qualche domanda in più sugli acquisti che faccio per evitare di sovvenzionare involontariamente questo mercato del ribasso sul costo del lavoro che ruba dignità di vita a donne come me, che hanno solo avuto la sfortuna di nascere nel posto geograficamente sbagliato.
Michela Lazzaroni labellatartaruga.it dice
Ti ringrazio per questo post! Finalmente qualcuno che va aldilà del prezzo e della qualità e cerca di capire… Quando dico le stesse cose a conoscenti vengo presa per esagerata. Ma la realtà si può cambiare migliorare solo se si guardano le cose nella loro completezza. Complimenti ancora per il post!
Silvia dice
Io sono stata in Bangladesh, e Idl non e’ l’unica asienda che sfrutta la manodopera locale. Purtroppo spesso le donne che lavorano i capi hanno forse la maggiore eta’ e avorano in condizioni ai limiti dell’umano. Purtroppo il bangladesh non e’ l’unico paese 🙁