La Coccoina è una colla bianca in pasta per la scuola, l’ufficio e l’utilizzo fotografico ben nota alle generazioni di studenti degli anni ’60-’70 e molto meno, o addirittura per nulla, per chi come me la scuola l’ha frequentata dagli anni ’80 in poi.
Eppure parliamo di uno dei prodotti iconici del Made in Italy che, in tempi in cui ancora non esistevano leggi per la tutela della salute e dell’ambiente, è stato precursore nel fare scelte ecologiche.
Come non parlarvene qui quindi?
La storia di Coccoina
Tutto ha inizio nel 1927 a Voghera quando l’azienda Balma Capoduri & C., già presente nel settore degli articoli di cancelleria con le cucitrici e i punti metallici ZENITH, decise di avviare la produzione di una pasta adesiva bianca da ufficio.
Dal lontano 1927 ad oggi Coccoina si è affermata sia in Italia che all’estero grazie alla sua composizione atossica, al suo packaging vintage ed all’inconfondibile aroma di mandorla capace di imprimersi stabilmente nell’immaginario collettivo.
Molto interessante la storia della sua confezione: agli inizi del ‘900 la colla in barattolo di vetro era molto popolare in Francia così, per sbaragliare la concorrenza, l’imprenditore Aldo Balma pensò di inventare una confezione cilindrica in alluminio dotata di un vano centrale per inserire un pennellino per stendere la colla, il tutto prodotto rigorosamente nella città di Voghera.
Il logo blu-violetto Coccoina, scritto in un corsivo elementare ma efficace che si srotola lungo tutto il barattolino e il barattolo di alluminio hanno reso il packaging così seducente da evocare più che un prodotto da ufficio, un vero e proprio prodotto di bellezza, tant’è che i primi manifesti pubblicitari dell’epoca rimandano proprio al mondo della bellezza femminile.
La colla Coccoina viene lanciata negli spot pubblicitari durante il boom della ricostruzione post-guerra: dal Novembre 1930 le stazioni radiofoniche di Milano, Torino e Genova iniziano la diffusione di una campagna di comunicati commerciali a suo sostegno:
Coccoina, Coccoina…Non è un farmaco ma un solido collante che stupisce e suscita entusiasmo in tutti coloro che lo usano.
Ulteriore spinta alla sua diffusione è data dalla partecipazione alle fiere campionarie del periodo, in cui viene presentata come qualcosa di più di una semplice colla: un simbolo di stile e modernità.
E’ così che si arriva agli anni 70, quelli del boom, dell’onnipresente colla dal profumo di mandorla su tutte le scrivanie sia degli uffici che di casa.
Walter Veltroni, nel suo romanzo “Noi” (Rizzoli, Milano 2010), spiega bene l’utilizzazione e l’effetto della Coccoina nella vita quotidiana di un ragazzo intento a ritagliare le figurine dei corridori del Giro d’Italia pubblicate negli anni Sessanta da “Il Corriere dei Piccoli”:
Era buonissimo l’odore della Coccoina. Era un positivo effetto collaterale del gioco che più piaceva ad Andrea. Un gioco che si poteva fare da soli, anzi si doveva fare da soli. […] Occorrevano tempo e concentrazione.
La prima condizione era avere una copia non sgualcita del “Corriere dei Piccoli”. Poi forbici, del cartone non troppo rigido e il barattolo grigio di quella meravigliosa crema bianca dall’odore inconfondibile.
Andrea sapeva che il magico pennellino riposto nell’apposito scomparto di ogni confezione circolare tratteneva, indurendola, un po’ di colla e a ogni nuova applicazione bisognava passare e ripassare finché non fosse sciolto anche il più piccolo grumo.
Adorava quella cerimonia e i suoi rituali, compiuti sempre con meticolosa precisione. Un errore, nella curva del taglio o nella sagomatura del cartoncino, poteva essere fatale e segnare la prematura conclusione dell’attività dell’atleta.
L’amore dei ragazzi per la Coccoina continua ininterrotto fino agli anni ottanta, periodo in cui ha inizio la diffusione delle colle in tubetto come la Pritt.
Negli anni settanta lo storico stabilimento Balma Capoduri e C. di Viale Repubblica, in centro città, si rivela troppo piccolo per l’espansione quindi nel 1974 inizia il trasferimento nei moderni stabilimenti di Via Edison in periferia.
Dopo varie espansioni, nel 1999 inizia un ulteriore ampliamento e continua l’opera di ammodernamento che introduce specifiche dotazioni in tema di salvaguardia ambientale: due depuratori per il controllo delle emissioni in atmosfera ed uno per il trattamento delle acque di scarico.
Tutte le fasi del processo produttivo, sebbene modernizzate ed automatizzate, continuano come da tradizione secolare ad essere realizzate nello stabilimento di Voghera.
E Coccoina, in particolare la pasta adesiva in barattolo, ha conosciuto in tempi recenti un buon successo sui principali mercati esteri (giapponese e americano), riscontrando l’apprezzamento dei consumatori grazie alla composizione naturale della colla e all’estetica vintage della confezione.
Gli ingredienti ed il processo produttivo della colla atossica Coccoina
A rendere atossica oltre che quasi commestibile Coccoina è la sua composizione costituita da destrina di fecola di patate, acqua, glicerina ed essenza di mandorla.
La sua produzione prevede di far cuocere a bagnomaria destrina di fecola di patate e acqua e, una volta ottenuta una consistenza morbida, di aggiungere glicerina ed essenza di mandorla.
Quando la pasta è pronta, viene versata nei barattoli di allumino (e in tempi più recenti anche di plastica) e lasciata decantare per un mese; dopo questo periodo di stagionatura la colla Coccoina è pronta per essere venduta e usata.
L’intero ciclo di produzione delle colle Coccoina si svolge all’interno della fabbrica della Balma, Capoduri & C. di Voghera , inclusa la produzione dei tipici barattolini in alluminio della colla in pasta e dei suoi pennellini.
Gli ingredienti per la colla sono tutti di provenienza europea, stessa cosa per l’alluminio con cui viene realizzato il barattolo.
Ad accomunare tutte le colle Coccoina – incluse quelle non in pasta nate cronologicamente dopo – è la produzione italiana, la completa assenza di solventi che le rende sicure e l’irresistibile aroma di mandorla…tutte caratteristiche che hanno fatto sì che in casa nostra sia sempre benvenuta!
La composizione atossica, quasi commestibile, il fatto che l’azienda abbia sempre dichiarato che non comportasse pericoli in caso di ingestione ed il profumo hanno letteralmente creato generazioni di assuefatti sniffatori e assaggiatori seriali di Coccoina.
Ed anche per chi non ne avesse fatto la conoscenza in gioventù, Coccoina in pasta è la scelta ideale per assecondare la creatività dei più piccoli.
Dalla colla Coccoina in pasta alla colla liquida, in stick e vinilica : tutte le evoluzioni dei prodotti Coccoina
Forte del suo passato ma orientata verso il futuro, quello che bisogna riconoscere a Coccoina è indubbiamente la sua capacità di rinnovarsi negli anni.
- 1984 Lancio di Coccoina 84, una formulazione di colla liquida a base di alcol polivinilico anch’essa contraddistinta dalla profumazione alla mandorla e perfetta per incollare carta, cartoni, fotografie, tessuti, etichette. La colla liquida Coccoina è oggi disponibile in diverse tipologie di confezione: Coccoina 81 (qui) e Coccoina 84 (qui) fornite di spugnette stendicolla e quindi particolarmente indicate per distribuire omogeneamente la colla su superfici estese, Coccoina 88 (qui) dotata di un beccuccio stendicolla in gomma che consente un’applicazione della colla a zone più definite e ristrette.
- 2006 Lancio di Coccoina stick, una formulazione di colla in stick a base di polivinilpirrolidone lavabile con acqua. Disponibile nei tre formati da 10 g (singolo e multiplo), 20 g (singolo e multiplo) e 40 g (singolo e multiplo), oltre ad incollare carta, cartoni, foto, tessuti, ecc., rispetta l’ambiente grazie all’assoluta assenza di solventi, è un prodotto compatto ed al tempo stesso morbido da stendere, è lavabile con acqua e con il tradizionale ed unico profumo delle colle Coccoina.
- 2014 Lancio di Coccoina Mia, la colla vinilica bianca e atossica che si distingue dalle dirette concorrenti per l’inconfondibile profumazione alla mandorla e per la comodità e l’originalità del formato, un tubetto di ridotte dimensioni che ben si presta anche ad un utilizzo scolastico, potendo essere facilmente inserito in ogni astuccio. E’ disponibile nel formato 25g, 50g, e 1kg!
- 2015 Lancio della collezione cartotecnica Coccoina Vintage , una linea che comprende blocchi per appunti e quaderni in vari formati con copertine caratterizzate da bellissime e rare immagini d’epoca delle famose pubblicità Coccoina e pagine interne profumate con l’inconfondibile fragranza alla mandorla.
- 2016 Lancio della collezione cartotecnica Coccoina Pastel, una linea che comprende blocchi per appunti a spirale, quaderni e colle in pasta in barattolo d’alluminio tutti caratterizzati da quattro attualissimi colori pastello e dall’inconfondibile fragranza alla mandorla.
E sono sicura che la strada che Coccoina , prima fra tutte le paste adesive italiane anche in ordine cronologico ed unica ad essere ancora oggi facilmente riconoscibile, ha ancora molto da offrire sul fronte dell’innovazione.
Raccontatemi un po’ di voi ora : siete vecchi affezionati della colla Coccoina o nuovi estimatori che hanno deciso di offrirla ai propri piccoli come primo, sicuro collante?
Questo post contiene link affiliati. Se ti è stato utile e desideri contribuire al mantenimento di questo blog, puoi effettuare acquisti tramite il mio link. A te non costa nulla di più ed io ricevo una piccola commissione sulla tua spesa. |
Fonti
- Foto gamma prodotti Coccoina – pagina faceboook brand
- Foto stand Coccoina anni ’40 – pagina facebook brand
- Foto reparto confezionamento 1949 – pagina facebook brand
- Citazione libro Walter Veltroni – Italianways
- Ingredienti e produzione – Fattobene
[…] c’è un accordo con i corrieri per eliminare l’utilizzo di buste in plastica esterne per contenere i documenti di trasporto; l’etichetta di spedizione è stampata in formato ridotto, su carta di recupero e applicata con la colla naturale Coccoina. […]