Zero waste (o rifiuti zero in italiano) è uno stile di vita, un’insieme di strategie che – partendo dalle semplici azioni quotidiane – porta un individuo, una famiglia o una comunità alla progressiva riduzione dei rifiuti prodotti e ad un conseguente minore impatto ambientale.
Negli ultimi tempi sto iniziando ad interrogarmi seriamente sul tema zero waste e sulle modalità con cui io e la mia famiglia potremmo ridurre la nostra produzione di rifiuti e quindi il nostro impatto ambientale e credo che questa sia la naturale evoluzione del mio percorso di avvicinamento ad uno stile di vita più sostenibile.
Nonostante queste tematiche non mi siano del tutto nuove, il senso di sopraffazione al pensiero di tutti i comportamenti corretti che dovrei imparare ad adottare per essere davvero zero waste, di tutte le cose d’uso quotidiano che dovrei sostituire e/o imparare ad auto produrre si è fatto sentire.
E non c’è niente di più sbagliato perché incamminarsi verso un percorso zero waste non significa diventare di punto in bianco perfetti ma semplicemente sforzarsi di essere più consapevoli e prendere i cambiamenti a piccoli passi, assaporandoli con calma.
Da qui l’idea di questa guida Zero Waste per principianti che spero possa essere utile sia a me che a voi.
Zero Waste & Economia circolare : i principi di base
Credo che ciascuna persona possa dare un diverso significato a zero waste ma una cosa certamente inconfutabile è il punto di partenza ovvero il concetto di economia circolare.
Quella in cui viviamo al momento è fondamentalmente un’economia lineare in cui quasi tutto quello che viene prodotto è pensato con l’idea di avere un ciclo di vita (in alcuni casi, come l’elettronica, praticamente programmato) che si conclude in una discarica.
L’economia circolare invece ragiona in modo esattamente opposto: tutto ciò che si produce è pensato per durare e per essere riutilizzato. Ciò significa che nel momento in cui il ciclo di vita di un determinato prodotto si conclude, questo può essere facilmente riciclato, compostato o comunque trasformato in una nuova risorsa.
Insomma, l’obiettivo ultimo di uno stile di vita zero waste, dovrebbe essere quello di avere il bidone dell’indifferenziata di casa praticamente vuoto.
Vi renderete sicuramente conto anche voi che la cosa è tutt’altro che facile, ma questo non deve scoraggiarci a muovere i primi passi e indubbiamente uno strumento mentale che può venirci in aiuto nelle scelte quotidiane è quello delle 5R che in italiano possiamo tradurre come Rifiuta, Riduci, Riutilizza, Ricicla, Composta.
Vediamo in dettaglio come questo si può applicare alla vita di tutti i giorni:
- Rifiuta: io non ci avevo ancora pensato ma è indubbiamente vero che uno degli strumenti più potenti che ciascuno di noi ha in mano per ridurre i propri rifiuti è dire di no! Rifiutare una cannuccia nell’aperitivo al bar, rifiutare i sacchetti di plastica del supermercato, rifiutare di comprare l’ennesima cosa che non ci serve solo perchè è in offerta etc etc…
- Riduci: qui il punto chiave è scegliere bene quanto e cosa consumare. In generale tutti noi potremmo ridurre quantità di oggetti acquistati (alcuni con un minimo sforzo potrebbero essere autoprodotti), ridurre il consumo degli alimenti ad impatto negativo sull’ambiente, scegliere di acquistare prodotti in modo da ridurre la quantità di plastica da buttare.
- Riutilizza/recupera: quante cose buttiamo nei rifiuti ma potremmo anche riutilizzare in modo creativo? Quante volte sostituiamo immediatamente una cosa rotta quando con un minimo sforzo ed un investimento nullo o esiguo potremmo aggiustarla? Senza pensare al fatto che magari avendo un po’ più cura di quella cosa neanche l’avremmo rotta!
- Ricicla: il riciclo è sicuramente cosa buona e giusta ma dovrebbe essere l’ultima opzione nel senso che dovremmo arrivare a riciclare solo quello che non siamo riusciti a rifiutare, ridurre o riutilizzare.
- Compostare : gli scarti alimentari, la carta e tanti altri materiali possono essere compostati ovvero trasformati in terriccio, una risorsa preziosa per coltivare alimenti e piante. I metodi di compostaggio sono vari e ne esistono anche di domestici; se non si hanno gli spazi per farlo (io ad esempio non li ho) si può sempre cercare un contadino o un agricoltore che accetti i propri scarti.
Già solo riflettendo su questi concetti le scelte e le azioni del quotidiano possono prendere tutta un’altra svolta, vero?
E’ per quello che dire che zero waste è un’insieme di azioni è riduttivo, se radicato nella persona zero waste diventa un vero e proprio stile di vita che condiziona non solo gli acquisti ma le mie scelte quotidiane, il modo di vedere il mondo.
I primi 10 passi verso uno stile di vita Zero Waste
Molto utile a mio parere per muovere i primi passi la guida proposta da Retezerowaste.it soprattutto perchè propone i 10 passi che vi re-interpreterò liberamente qui come un percorso con tempi e modi di libera scelta, con al consapevolezza che anche solo uno di questi cambiamenti può avere un impatto enorme dal punto di vista ecologico.
1. Zero Waste è…eliminare (o ridurre) le bottiglie di plastica
Avete mai provato a contare quante bottiglie di plastica buttate ogni giorno/settimana/mese?
Più di quanto pensiate: pare che un cittadino medio europeo consumi in un anno circa 104l di acqua in bottiglia quindi, dato che per lo più si tratta di bottiglie di plastica, ciò significa che in un anno sono circa 50 miliardi le bottiglie di plastica da 1l vendute in Europa e sono quasi 25 miliardi le bottiglie di plastica che diventano rifiuti!
Operare scelte più sostenibili in questo campo è piuttosto facile: basta usare l’acqua del rubinetto e versarla in una brocca o in una bottiglia di vetro quando si è a casa e dotarsi di una borraccia riutilizzabile quando si è fuori casa. Vi rimando all’articolo sulle bottiglie ecologiche riutilizzabili in cui ho già sviscerato ampiamente l’argomento.
2. Zero Waste è…evitare l’ usa e getta
Quando eravamo piccoli ancora non era così ma adesso siamo letteralmente circondati da oggetti pensati per essere usati una sola volta per poi finire in pattumiera: piatti, bicchieri, tovaglioli, fazzoletti, salviette, contenitori da cucina, cotton fioc e chi più ne ha più ne metta.
Eppure i prodotti ‘riutilizzabili’ sono sicuramente più salutari per il nostro portafoglio oltre che per l’ambiente, perché non ricominciare ad usarli magari senza comprarne di nuovi ma recuperandoli frugando bene nei cassetti o nella credenza di famiglia?
Senza voler stravolgere la nostra attuale vita da un momento all’altro, basterà prestare attenzione per qualche tempo a quali sono i prodotti usa e getta che incidono maggiormente sul volume dei nostri rifiuti e scegliere di iniziare a sostituire con un’alternativa duratura proprio quelli. Ecco alcuni esempi che vengono in mente a me:
- piatti, posate e contenitori usa e getta possono essere sostituiti dalle loro controparti in vetro, porcellana e metallo.
- fazzoletti e tovaglioli di carta possono essere sostituiti da fazzoletti di stoffa e tovaglioli di stoffa.
- gli assorbenti usa e getta possono essere sostituiti dalla coppetta mestruale (di cui esistono infinite marche) e/o dagli assorbenti lavabili. A questo proposito vi ripropongo un articolo di riflessione sulla gestione sostenibile del ciclo mestruale.
- la carta assorbente da cucina può essere sostituita dall’uso di panni in microfibra o dai rotoli di carta di bamboo in cui ciascuno strappo può essere utilizzato ripetutamente prima di essere gettato.
- la pellicola può essere sostituita dalla più ecologica carta per alimenti riutilizzabile in cotone e cera d’api.
3. Zero Waste è…portare sempre con te la borsa della spesa e i sacchetti
Niente di più semplice che…rifiutare i sacchetti della spesa di plastica del supermercato e dei negozi…basta avere sempre con sè in borsetta delle borse di stoffa : non pesano, occupano poco spazio e permettono di essere pronti per ogni evenienza. Ne esisto di belle e colorate, con stampe o scritte, veri e propri oggetti di moda da esibire senza vergogna e , se si ha un po’ di familiarità con ago e filo, possono essere anche fatte in casa riciclando vecchi scampoli di stoffa.
Stessa cosa vale per i sacchetti di frutta e verdura che da Gennaio 2018 sono diventati a pagamento: è vero che la legge italiana non le consente ancora ma alcuni punti vendita virtuosi permettono di utilizzare per la propria spesa i sacchetti riutilizzabili. Chiedere se è possibile non costa nulla.
4. Zero Waste è…sfuso è meglio!
Nelle grandi città i negozi sfusi si stanno diffondendo e confido che presto arriveranno anche nelle medie e piccole (qui un elenco di quelli esistenti) ; anche alcune catene di supermercati hanno il reparto della vendita sfusa sia di detersivi che alimentari e ci sono negozi fisici di prodotti sfusi disponibili anche ad effettuare spedizioni.
Se proprio nessuna di queste soluzioni ci è vicina o congeniale, niente ci impedisce di comprare prodotti con quanto meno packaging possibile: al supermercato possiamo comprare frutta e verdura sfusa evitando gli odiosi vassoi di polistirolo con la pellicola e la frutta e verdura già lavata/tagliata e conservata in scatole di plastica; anche evitare la frutta secca in sacchetti monodose fa la sua parte nel ridurre la mole di rifiuti che produciamo.
5. Zero Waste è…cambiare lo spazzolino
Gli spazzolini che siamo tutti abituati ad utilizzare sono in plastica non riciclabile e altamente inquinante se consideriamo che ciascuno di noi ne consuma in media 4 l’anno ed ha un’aspettativa di vita di 80 anni.
Le alternative più sostenibili esistono e spaziano dalla scelta di spazzolini con testine intercambiabili (elettrici o tradizionali) alla scelta di spazzolini in bamboo che sono completamente compostabili (se si sta attenti a comprare quelli con anche le setole in bamboo).
Se vi interessa avevo già scritto ben due post in cui trattavo più ampiamente questo tema : uno sugli spazzolini con testine intercambiabili ed uno dedicato proprio agli spazzolini in bamboo.
6. Zero Waste è…riparare ciò che si rompe
“Costa meno comprarlo nuovo che aggiustarlo” ormai siamo abituati a pensare così…a volte è vero mentre a volte è solo pigrizia, mancanza di voglia di fare la riparazione in autonomia o di trovare un piccolo artigiano che possa farla per noi.
Credo che nei casi in cui aggiustare l’oggetto rotto è più economico che comprarne uno nuovo sia importante mettersi nelle condizioni di farlo: la riparazione è la scelta migliore nel lungo termine, per l’ambiente perchè riduce i rifiuti, per il portafoglio e per l’economia locale (nel caso in cui non siamo noi stessi a fare la riparazione daremo facilmente lavoro ad un piccolo artigiano).
7. Zero Waste è…conservare e congelare in contenitori riutilizzabili
Al giorno d’oggi, con le poche ore di tempo da dedicare a casa e cucina che abbiamo tutte a disposizione, preparare le cose in anticipo e conservarle adeguatamente può essere la miglior strategia per mantenere uno stile di vita quanto più salutare possibile.
Il mercato per farlo ci propone essenzialmente sacchetti di plastica richiudibili che, se da una parte hanno il vantaggio della versatilità, dall’altra hanno lo svantaggio di rompersi.
Alternative più sostenibili dei sacchetti non mancano: in casa possiamo sostituirli con contenitori rigidi riutilizzabili praticamente all’infinito, meglio se in vetro o acciaio ma anche i contenitori in plastica che già abbiamo in casa vanno benissimo.
E per quando dobbiamo uscire di casa esistono pratiche e carine carta per alimenti riutilizzabile .
8. Zero Waste è…evitare il caffè in capsule
Credo sia incredibile come nel corso degli anni la buona vecchia moka sia stata progressivamente soppiantata dalle macchinette del caffè in cialde. Il problema non coinvolge la mia famiglia perchè abbiamo una macchinetta che macina il caffè in grani ma l’impatto ambientale della scelta delle capsule di caffè è sicuramente importante sia nel momento in cui vengono prodotte sia nel momento in cui si trasformano in un rifiuto da smaltire, complice anche il fatto che solo una minima parte delle ditte produttrici di caffè ha creato delle cialde compostabili.
Anche senza invocare a gran voce un ritorno alla moka, si può fare molto per ridurre l’impatto ambientale del caffè in capsule: non solo esistono tanti tipi di capsule da caffè ricaricabili in materiale plastico che prima di diventare un rifiuto possono essere riutilizzate numerose volte riempiendole nuovamente con la propria miscela preferita ma esistono anche (purtroppo non per tutti i modelli di macchinetta) capsule da caffè riutilizzabili in acciaio dalla durata praticamente infinita.
9. Zero Waste è…acquistare meno!
Sono piuttosto convinta che molti di noi (la mia famiglia inclusa) possiedano più oggetti di quelli di cui hanno davvero bisogno. Il risultato? Armadi pieni di vestiti che non indossiamo, dispense traboccanti di cibo che arriva a scadere prima di essere usato, armadietti del bagno colmi di prodotti ancora integri e un senso di spazi stretti e soffocamento che, diciamocelo, a chi può mai piacere?
Personalmente sto cercando di ricominciare a trarre piacere dal consumare e non dall’accumulare, di acquistare solo quello che ci serve davvero. Ho riordinato per tipologia di prodotto tutto quello che già abbiamo a disposzione e mi sono imposta di non comprare nulla finchè non avremo finito le scorte…insomma sto cercando di spezzare il circolo degli acquisti consolatori e spero di farecela.
10. Zero Waste è…Autoprodurre!
Questo per me sarà sicuramente il passo più difficile perché di tempo per autoprodurre ne ho davvero poco.
Però sono consapevole che, anche con poco tempo a disposizione posso sempre scegliere ad esempio di evitare i 1000 prodotti commerciali per le pulizie di casa e sostituirli con pochi e semplici prodotti naturali: l’acido citrico diluito in acqua è un ottimo anticalcare, il percarbonato di sodio sbianca i tessuti e li smacchia, l’aceto di mele oltre che in cucina può essere usato come anticalcare e smacchiante…già con queste scelte sai quanti flaconi di plastica in meno in casa e successivamente da gettare? E se questo stile minimal non è nelle vostre corde esiste sempre la possibilità di comprare prodotti alla spina o di avvalersi delle ricariche concentrate riducendo quindi il consumo di imballaggi.
Non parliamo poi di quanti rifiuti possa evitare il fatto di fare pane, biscotti e torte in casa…oltre che l’ambiente, la salute e il palato ne beneficia anche il portafoglio!
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